Le recenti nevicate, specialmente quelle del 5 gennaio, hanno portato a un aumento significativo del pericolo di valanghe nelle Orobie. Federico Rota, nivologo e consulente per la Provincia di Bergamo, mette in guardia sulla situazione: le nevicate hanno raggiunto quote di oltre 1.800 metri, con accumuli che superano il mezzo metro. Questo ha creato condizioni instabili, con neve non adeguatamente ancorata, specialmente sotto i 2.000 metri, aumentando così il rischio di valanghe di fondo.
Le valanghe nelle Orobie
Il pericolo è stato evidenziato da diversi incidenti, come quello accaduto a Chicco Zani, gestore del rifugio “Albani” a Colere, che è stato coinvolto in un distacco di neve senza riportare ferite. Anche altri episodi di distacchi minori sono stati segnalati in varie zone, come a San Simone di Valleve, dimostrando la pericolosità attuale delle pendici.
Consigli agli appassionati di montagna
Le autorità, tra cui il Soccorso Alpino, sono in stato di allerta e raccomandano la massima cautela. Chicco Zani, rifugista e anche membro del Soccorso alpino, sottolinea l’importanza di evitare percorsi fuori pista e di attrezzarsi adeguatamente, incluso l’uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come ARTVA, pala e sonda. Inoltre, il rifugio “Albani” sta organizzando una due giorni di formazione con la guida Maurizio Tasca per promuovere pratiche sicure in montagna.
La situazione nivologica
Il bollettino neve e valanghe di Regione Lombardia classifica il pericolo nelle Orobie a livello 3 (marcato) su una scala da uno a cinque, mentre nelle Prealpi è considerato di grado 2 (moderato). Questa situazione richiede un’attenzione costante da parte degli escursionisti e un rispetto rigoroso delle misure di sicurezza.