La Val di Scalve, incastonata tra le montagne lombarde, offre un viaggio straordinario che intreccia la bellezza naturale con una ricca eredità storica e culturale. Quest’area, nota per i suoi paesaggi mozzafiato ai piedi della Presolana, si rivela un tesoro di esperienze diverse, dalle escursioni in ambienti incontaminati alla riscoperta di siti che raccontano storie di lavoro e tradizione.
Diga del Gleno: memoria e riflessione
Il centenario del disastro della diga del Gleno, avvenuto il primo dicembre di un secolo fa, ha recentemente ricordato un evento tragico, con sei milioni di metri cubi di acqua che devastarono la valle, lasciando un segno indelebile nella memoria locale. Oggi, partendo da Vilminore, si può esplorare il sito della sciagura. Uno spazio espositivo in piazza Giustizia narra la storia dalla costruzione della diga alla sua rovinosa fine, offrendo un percorso di riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura.
Percorsi nella natura della Val di Scalve
La Val di Scalve non si limita alla memoria del disastro. Per la diga, il percorso 411, in meno di un’ora dalla frazione di Pianezza, a piedi direttamente da Vilminore sul sentiero delle Cappellette o dal lato opposto della valle del Gleno sul sentiero CAI 410. Dalla diga alla Miniera Graffione, invece, ci sono 15 chilometri. Una rete di sentieri che si snodano tra Vilminore, Vilmaggiore, Barzesto, Ronco e Schilpario conducono gli escursionisti attraverso paesaggi suggestivi e siti di interesse storico. Le Miniere di Schilpario offrono un’esperienza unica, permettendo di addentrarsi nelle profondità della terra a bordo di un trenino, in un viaggio alla scoperta delle tradizioni minerarie che per secoli hanno caratterizzato l’economia locale.
Ecomusei e tradizioni antiche
Il Parco Minerario Ingegner Bonicelli a Schilpario, l’Ecomuseo della Presolana e Museo delle Miniere Zanalbert a Colere arricchiscono ulteriormente il viaggio nella Val di Scalve, offrendo spazi espositivi dedicati alla vita e al lavoro nelle miniere. Presenti collezioni di minerali, attrezzi antichi e ricostruzioni di ambienti lavorativi che trasportano i visitatori in un passato di fatica e orgoglio.
Il bosco come fonte di vita
La segheria ad acqua Furfì di Azzone e la Riserva Naturale Regionale “Boschi del Giovetto di Paline” sottolineano l’importanza del bosco nella vita economica e sociale della valle. Qui, antiche tecniche di lavoro nel bosco, dalla produzione di carbone alla costruzione, si intrecciano con la conservazione della biodiversità, offrendo un’occasione per apprezzare la sostenibilità delle pratiche tradizionali.
Un itinerario di scoperta e conoscenza
La Val di Scalve si presenta come una destinazione che soddisfa la curiosità di chi cerca non solo il contatto con la natura ma anche la conoscenza di una storia ricca e complessa, fatta di lavoro, tradizione e rispetto per l’ambiente. Attraverso la visita di ecomusei, la scoperta di antiche segherie e l’esplorazione di miniere, si offre un’esperienza completa che unisce divertimento, apprendimento e contemplazione.