Il Tribunale dei Minori di Brescia ha autorizzato il rimpatrio dei minori ucraini ospitati nella Bergamasca, specificando che il Comune affidatario, il tutore ucraino, il tutore volontario italiano e l’Autorità Consolare Ucraina devono collaborare per organizzare il rientro. Il decreto è stato notificato venerdì 26 luglio a Rota Imagna, Bedulita e Pontida, che accolgono un gruppo di orfani del brefotrofio di Berdjans’k fuggiti in Italia a marzo 2022 a causa della guerra.
Il rammarico per il decreto di rientro degli orfani
Il sindaco di Rota Imagna, Giovanni Paolo Locatelli, ha espresso rammarico per il decreto di rimpatrio, riconoscendo il valore dell’accoglienza fornita per oltre due anni. Le emozioni sono tante, ma Locatelli vede positività nell’esperienza. La destinazione dei minori sarà in una struttura vicino al confine con la Romania e a Oleksandrivka, dove il 18 luglio un drone russo ha colpito un autocarro di aiuti umanitari della World Central Kitchen.
I droni russi spaventano
Fortunatamente, non ci sono state vittime. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni nei Comuni ospitanti riguardo la sicurezza dei minori. Il sindaco di Bedulita, Roberto Facchinetti, ha dichiarato che la comunità è preoccupata per il destino dei bambini, che sono diventati parte integrante della vita locale.
Le motivazioni del tribunale includono la garanzia dell’Ucraina di aver trovato due luoghi sicuri per ospitare i ragazzi, la possibilità di adozione da parte di famiglie ucraine e il desiderio espresso dalla maggior parte dei minori di tornare in patria. Tuttavia, alcuni minori non hanno voluto il rimpatrio per paura della guerra in corso.
Il Tribunale dei Minori di Brescia: le motivazioni
Il collegio dei giudici, presieduto da Cristina Maggia, ha riconosciuto il gesto di solidarietà delle comunità locali verso i minori, lodando l’affetto e il sostegno ricevuti. La decisione è influenzata anche dal periodo prolungato di permanenza all’estero e dal parere del Consiglio d’Europa, che sottolinea il carattere temporaneo della protezione offerta agli ucraini.
Durante la loro permanenza, i minori hanno avuto esperienze significative, come raccontato da Facchinetti, che ha ricordato come i bambini abbiano mostrato senso di responsabilità e adattamento. Tuttavia, ci sono testimonianze di difficoltà nei luoghi di destinazione, come la mancanza di acqua e corrente elettrica.
Gli orfani che non vogliono tornare
Alcuni minori hanno espresso il desiderio di restare in Italia, ma il Tribunale ha riscontrato che la maggior parte desidera tornare in Ucraina. Diego Mosca, insegnante di religione, ha suggerito che ci potrebbero essere state pressioni sui minori da parte di responsabili ucraini per facilitare il rientro. Alcuni minori, come una ragazza di 15 anni che vuole ricongiungersi col fidanzatino, sono impazienti di tornare.
Tre minori non saranno rimpatriati: uno sta per diventare maggiorenne e ha una famiglia statunitense pronta ad accoglierlo, un altro è coinvolto in un procedimento penale e un terzo ha problemi di salute. Una tutrice legale italiana ha sottolineato l’importanza di garantire che i minori tornino in condizioni di serenità, data la loro storia di traumi.
Le comunità in Bergamasca e l’accoglienza
Il sindaco di Rota Imagna ha espresso gratitudine per l’aiuto ricevuto dalla comunità nell’accoglienza dei minori, sperando che l’esperienza positiva contribuisca alla loro futura ricostruzione dell’Ucraina. Anche il sindaco di Pontida, Davide Cantù, ha elogiato l’impegno della comunità nel supportare i bambini.
Infine, alcuni tutori italiani stanno considerando la possibilità di richiedere protezione internazionale per i minori che desiderano restare, per congelare il rimpatrio. La situazione rimane complessa, con molteplici emozioni e preoccupazioni in gioco.