Artigiani a Bergamo, crisi senza precedenti: persi 10mila addetti in undici anni

Il numero degli artigiani a Bergamo è in drastico calo, con oltre 10mila addetti persi in 11 anni. Si registrano difficoltà nel ricambio generazionale e la necessità di investire nella formazione

Negli ultimi undici anni, Bergamo ha visto una riduzione significativa del numero di artigiani, con 10.237 addetti in meno rispetto al 2012. Il numero delle imprese artigiane è sceso da 45.531 a 35.294, segnando un calo del 22,5%. Questo declino rappresenta uno dei più significativi in Italia, superato solo da città come Torino, Milano e Roma.

La principale causa del calo è l’invecchiamento della popolazione artigiana, accompagnato da un insufficiente ricambio generazionale. Secondo uno studio di Confartigianato Imprese Bergamo, l’età media di un artigiano bergamasco è di 50 anni, e il passaggio del mestiere di padre in figlio è diventato sempre più raro. I giovani preferiscono intraprendere percorsi professionali diversi, lasciando molti mestieri tradizionali senza successori.

Stefano Maroni, direttore di Confartigianato Imprese Bergamo, sottolinea la necessità di un’inversione culturale per contrastare questo trend negativo. È essenziale cambiare la percezione del mestiere di artigiano, che oggi rappresenta una figura capace di unire tradizione e innovazione tecnologica. Maroni insiste sull’importanza di investire nell’orientamento professionale dei giovani, proponendo iniziative come la “Fiera dei mestieri” per attrarre nuovi talenti nelle scuole professionali.

Tuttavia, non tutti i settori sono in crisi. Ambiti come il benessere e l’informatica sono in controtendenza, con una crescita di acconciatori, estetisti, tatuatori e specialisti del web marketing. Anche gelaterie, gastronomie e pizzerie da asporto mostrano segni di vitalità. Tuttavia, il settore artigiano nel suo complesso continua a ridursi: a livello nazionale, il numero delle imprese artigiane è sceso da 1.486.559 nel 2008 a 1.258.079 nel 2023.

Tomas Toscano, direttore di Cna Bergamo, evidenzia la necessità di interventi immediati per sostenere il ricambio generazionale. Toscano suggerisce di rivedere la legge quadro sull’artigianato e di potenziare la formazione professionale, magari anche coinvolgendo lavoratori extracomunitari, per colmare la carenza di manodopera in settori specifici come autisti, fornai e lattonieri.

Remigio Villa, presidente dell’Unione Artigiani di Bergamo, sottolinea come gli artigiani stiano adattandosi ai tempi, trasformando il loro modello di business. Mentre un tempo ogni paese aveva la sua lavanderia, oggi molte di queste attività sono integrate in centri commerciali o si sono evolute in aziende più strutturate, spesso non più classificate come artigiane. Questo fenomeno dimostra che, sebbene le imprese artigiane stiano diminuendo, molte stanno semplicemente cambiando forma per rimanere competitive in un mercato in evoluzione.

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