Da pomeriggio a sera, oltre sette ore di colloqui nella caserma del Comando provinciale di Bergamo dei Carabinieri. Presentatisi lì intorno alle 14.30 di martedì, i genitori di Sharon Verzeni, papà Bruno e mamma Maria Teresa, se ne sono tornati a casa intorno alle 22. Un lungo fuoco di fila di interrogativi del Nucleo investigativo che indaga sull’omicidio della figlia, avvenuto a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio.
I genitori di Sharon chiudono i colloqui “familiari”
Lunedì pomeriggio, anche la sorella di Sharon, Melody, il fratello Cristopher e il cognato Stefano Campana erano stati interrogati a lungo dagli investigatori, ma circa un paio d’ore in meno. Le indagini continuano su diverse piste, con l’obiettivo di chiarire tutti i dettagli che potrebbero fare luce sul tragico evento.
Le indagini e il ruolo dei Ris
Parallelamente, si attendono i risultati dei Ris (Reparto investigazioni scientifiche) sui reperti raccolti, tra cui i coltelli sequestrati nelle prime perquisizioni e i campioni di Dna prelevati da familiari, soccorritori e residenti in zona. Gli investigatori stanno inoltre esaminando le riprese delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, tra cui 54 solo quelle comunali, molte delle quali sono di scarsa qualità e necessitano di essere migliorate grazie alle tecnologie a disposizione degli esperti del Ros, specializzati in crimini violenti.
Il mistero della persona in bicicletta
Di particolare interesse è un’immagine che mostra una persona in bicicletta che passa in via Castegnate nei momenti in cui Sharon è stata aggredita. Questo o questo presunto o ptenziale teste potrebbe aver visto o sentito qualcosa di estremamente utile alle indagini. “Chi sa, parli” è l’appello unanime degli inquirenti e della comunità, nella speranza di raccogliere qualsiasi informazione che possa contribuire a risolvere questo tragico caso.