Delitto di Terno: interrogati in più di cento, Ruocco non prende l’avvocato

IL DELITTO DI SHARON VERZENI. Lunedì cade la quarta settimana dall'omicidio della giovane di Terno d'Isola: inquirenti ancora al buio nonostante gli oltre cento testimoni sentiti

Lunedì 26 agosto sono quattro settimane dall’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola. In questo periodo, le indagini hanno coinvolto oltre cento persone interrogate, compreso il compagno Sergio Ruocco e diversi altri testimoni. Sabato 24 agosto, tra i sentiti in caserma, c’è stato anche Fabio Delmiglio, un sosia di Johnny Depp, che ha riferito di aver incontrato Sharon poco prima della sua morte.

Le indagini e il ruolo di Sergio Ruocco

L’inchiesta procede a ritmo serrato. Tra le numerose persone interrogate, Sergio Ruocco, il compagno di Sharon, è stato ascoltato più volte, sebbene non sia formalmente indagato. Sabato 24 agosto è stato convocato per due volte al Comando dei Carabinieri di via delle Valli a Bergamo, non per nuovi interrogatori, ma per espletare alcune formalità amministrative legate ai recenti sopralluoghi nella villetta che condivideva con Sharon, ora sotto sequestro.

Ruocco ha dichiarato ai cronisti di non avere bisogno di un avvocato, sottolineando la sua costante collaborazione con gli inquirenti. «Vado e vengo dalla caserma, succede ogni giorno», ha detto, riferendosi alle frequenti visite in caserma. Domenica 25, però, non è prevista alcuna convocazione per il convivente della vittima, che continua a mantenere un atteggiamento di disponibilità verso le autorità.

L’interrogatorio di Fabio Delmiglio e altri testimoni

Oltre a Ruocco, sabato 24 è stato interrogato anche Fabio Delmiglio, noto per la sua somiglianza con l’attore Johnny Depp. Delmiglio ha raccontato di aver conosciuto Sharon il 25 luglio, pochi giorni prima dell’omicidio, quando la donna gli avrebbe chiesto di «pubblicizzare qualcosa» attraverso il suo lavoro di sosia. Delmiglio non ha voluto entrare nei dettagli della richiesta, mantenendo un certo riserbo sull’argomento.

Con l’interrogatorio di Delmiglio e di un residente di via Castegnate, il numero di persone sentite dai carabinieri nel corso delle indagini supera ormai il centinaio. Gli inquirenti continuano a cercare indizi e testimonianze che possano far luce sul movente e sull’identità dell’assassino.

Omicidio di Terno d’Isola: una vita da ricostruire

Il lavoro degli inquirenti si concentra sulla ricostruzione della vita privata di Sharon, alla ricerca di eventuali ombre o dettagli che possano portare all’individuazione del colpevole. Tuttavia, dalle indagini finora condotte, non sembrano emergere aspetti particolarmente rilevanti. Sharon conduceva una vita semplice, lavorava in un bar a Brembate, aveva pochi amici e contatti, e recentemente si era avvicinata a un gruppo di Scientology a Gorle.

I dubbi sull’ipotesi dello squilibrato

Resta ancora incerto il movente dell’omicidio. L’ipotesi che Sharon possa essere stata vittima di uno squilibrato che l’ha aggredita per caso solleva più domande che risposte, soprattutto considerando la violenza con cui è stata colpita. Questa ferocia fa pensare a un attacco personale e mirato, piuttosto che a un gesto casuale.

A un mese dall’omicidio, molti interrogativi rimangono senza risposta: chi ha ucciso Sharon? L’assassino la conosceva? E perché ha scelto un punto di via Castegnate non coperto dalle telecamere? Queste domande continuano a tormentare chi indaga, lasciando ancora aperto il mistero su chi abbia teso l’agguato mortale a Sharon Verzeni.

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