Le buste paga dei lavoratori di Bergamo sono in crescita, con una retribuzione media annua che si attesta a 25.256 euro, pari a 96,53 euro al giorno. Questo dato pone Bergamo all’ottavo posto nella classifica nazionale elaborata dall’Ufficio Studi della CGIA, su dati forniti da INPS e ISTAT. Nonostante l’inflazione e l’aumento del costo della vita, questo incremento è una consolazione per i lavoratori della provincia. Le città con le retribuzioni più alte in Italia sono Milano, con 32.472 euro annui, seguita da Parma e Modena, rispettivamente con 26.861 e 26.764 euro.
Il 2022 ha visto un aumento delle retribuzioni a Bergamo del 3,56% rispetto al 2021, confermando il miglioramento delle condizioni economiche nella provincia. A livello nazionale, il confronto tra Nord e Sud Italia rivela una netta differenza nelle retribuzioni. A Trapani, per esempio, i lavoratori percepiscono una media annua di soli 14.365 euro, mentre a Vibo Valentia il dato scende a 12.923 euro, posizionandosi come la provincia con le retribuzioni più basse del Paese.
Le differenze tra Nord e Sud sono accentuate anche dalla produttività: al Nord è superiore del 34% rispetto al Sud, contribuendo a una media di 101 euro di retribuzione giornaliera lorda contro i 75 euro del Sud. Questo divario economico si riflette anche nei dati regionali. In Lombardia, la retribuzione media annua è di 28.354 euro, mentre in Calabria non supera i 14.960 euro. Questi dati sono strettamente legati alla produttività del lavoro, che in Lombardia raggiunge 45,7 euro per ora lavorata, mentre in Calabria si ferma a 29,7 euro.
Bergamo non eccelle solo in termini di retribuzioni, ma anche per le giornate lavorative retribuite. La provincia si classifica al quinto posto in Italia, con una media di 261,6 giorni lavorativi all’anno. Lecco guida la classifica con 264,2 giorni, seguita da Vicenza, Biella e Padova. A Nord un lavoratore ha mediamente lavorato 28 giorni in più rispetto ai colleghi del Sud, dove il numero medio di giornate retribuite è di 225 contro i 253 del Nord.
Le ragioni di questo divario sono molteplici. Al Sud, la presenza di lavoro sommerso, contratti precari e stagionali, soprattutto nei settori del turismo e dei servizi, contribuisce ad abbassare la media delle giornate lavorate. Un caso emblematico è quello di Rimini, dove il numero medio di giornate lavorative è di 209,9, tra i più bassi a livello nazionale.
Conclusione: la provincia di Bergamo si conferma tra le più dinamiche in Italia, con buste paga in crescita e un elevato numero di giornate lavorative. Questo trend, seppur positivo, mette in luce le profonde differenze economiche e produttive tra Nord e Sud, che continuano a caratterizzare il mercato del lavoro italiano.