Negata la licenza per il fucile a un bergamasco: il figlio è in carcere e simpatizzante di estrema destra

La Questura ha revocato la licenza di caccia a un uomo, ritenendo che il legame con il figlio, detenuto e con simpatie di estrema destra, rappresenti un rischio

Un bergamasco si è visto negare la licenza per il fucile da caccia a causa della pericolosità legata al figlio, attualmente detenuto e con simpatie di estrema destra. Nonostante l’uomo avesse già in possesso l’arma dal 2016, la Questura ha deciso di revocare l’autorizzazione, temendo che il fucile potesse essere utilizzato in modo illecito. Il Tar ha confermato la decisione, respingendo il ricorso presentato dal padre.

La decisione delle autorità
L’uomo aveva cercato di convincere il tribunale che il figlio non rappresentava un pericolo immediato, sottolineando che sarebbe rimasto in carcere per un periodo prolungato e che era stato cancellato dallo stato di famiglia. Tuttavia, il Tar ha stabilito che, in materia di armi, basta anche la probabilità di un potenziale abuso per negare il rinnovo della licenza. Non è richiesta la certezza assoluta, ma la verosimiglianza di un rischio che l’arma venga usata impropriamente. Questa valutazione ha portato alla conferma della revoca della licenza da parte della Questura di Bergamo.

Un figlio con precedenti penali
La decisione delle autorità si basa principalmente sul profilo del figlio, descritto come pericoloso e con simpatie di estrema destra. Il giovane è detenuto e ha accumulato vari precedenti penali tra il 2014 e il 2021, oltre ad aver frequentato ambienti violenti e pregiudicati. La Divisione polizia anticrimine lo ha definito come inottemperante alle leggi e incline alla violenza. Inoltre, già nel 2017, era stato destinatario di un avviso orale, violato più volte.

Rischio di accesso all’arma
Sebbene il figlio sia attualmente in carcere, i giudici del Tar hanno considerato possibile che, in futuro, possa rientrare nella casa familiare tramite permessi premio o altre misure come gli arresti domiciliari, già concessi nel 2018. Questo scenario ha portato il tribunale a ritenere che l’uomo potrebbe prendere il fucile all’insaputa del padre, aumentando il rischio di un utilizzo illecito dell’arma. Di conseguenza, è stato suggerito anche un ritiro cautelare dell’arma, per prevenire ogni eventualità.

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