La tempesta di neve che fermò tutto
La nevicata del 1985, ricordata come la “nevicata del secolo”, colpì Bergamo e il Nord Italia tra il 13 e il 17 gennaio. Il culmine si ebbe tra il 14 e il 16 gennaio, quando i fiocchi si trasformarono in una fitta coltre bianca che paralizzò città e provincia. Nella sola Bergamo città caddero 50 centimetri di neve in due giorni, mentre nelle valli il manto nevoso raggiunse spessori tra i 70 centimetri e i due metri, a seconda dell’altitudine.
Il 14 gennaio piccoli fiocchi aprirono le danze, trasformandosi presto in una nevicata intensa e continua. I paesaggi cambiarono rapidamente aspetto, immergendo tutto in un’atmosfera quasi fiabesca. Ma i disagi iniziarono presto a manifestarsi: le scuole chiusero, i trasporti si fermarono e i mezzi di emergenza vennero sopraffatti dalla quantità di neve.
Disagi senza precedenti
Il peso della neve portò con sé gravi conseguenze: oltre 200 tetti crollarono in provincia, con danni stimati in miliardi di lire. Le piante, sovraccariche di neve, si schiantarono al suolo, e in Città Alta diversi alberi nei pressi di piazza Mascheroni abbatterono i cavi dell’illuminazione, lasciando senza energia parti del centro storico.
La città fu in tilt per giorni. I 150 spalatori e i 9 spazzaneve inizialmente in azione risultarono insufficienti. Il Comune attivò un piano d’emergenza coinvolgendo 200 spalatori e 100 soldati della caserma Montelungo, ma la situazione rimase critica. Il 16 gennaio, l’arrivo della pioggia peggiorò ulteriormente la condizione dei tetti e delle strade, trasformando la neve in un pericoloso strato di ghiaccio. A Milano, per dire, crollò la copertura concava del Palazzone di San Siro, impianto usato soprattutto dalla pallacanestro cittadina a poca distanza dallo stadio Meazza e poi demolito. Persino i cingolati della Legnano furono chiamati a intervenire sui Colli, dove il ghiaccio raggiungeva spessori di venti centimetri.
Una Bergamo sospesa nel tempo
Nonostante i disagi, i bergamaschi ricordano quei giorni con un misto di stupore e nostalgia. Le strade silenziose, il paesaggio immacolato e i bambini che giocavano nei cortili contribuirono a creare un’atmosfera unica, quasi senza tempo. Mentre le città si fermavano, la neve regalava momenti di quiete e un contatto autentico con la natura.
Con il ritorno del sole, la paura per possibili valanghe in montagna rese ancora più critica la gestione dell’emergenza. Tuttavia, grazie agli interventi tempestivi, la situazione iniziò gradualmente a migliorare. Il 17 gennaio, la nevicata cessò, ma i segni lasciati da quell’evento eccezionale rimasero impressi nella memoria collettiva.
Un evento storico per Bergamo
La nevicata del 1985 non è stata solo una calamità, ma anche un momento di straordinaria poesia. Ha mostrato la fragilità delle infrastrutture di fronte alla forza della natura, ma ha anche offerto uno scenario indimenticabile, trasformando per qualche giorno Bergamo in un luogo da fiaba. Quei giorni di gennaio rimangono impressi nella storia della città come un capitolo di caos, bellezza e resilienza.