Un clima di commozione e dolore avvolge Bergamo, ancora sconvolta dal tragico delitto avvenuto venerdì scorso in via Tiraboschi. Mamadi Tunkara, 36 anni, originario del Gambia, è stato brutalmente ucciso a coltellate da Sadate Djiram, 28enne del Togo. Il presunto omicida, incensurato e regolare in Italia, sarà interrogato questa mattina alle 9:30 dal giudice per le indagini preliminari nel carcere di via Gleno.
Una tragedia scaturita dalla gelosia
Secondo quanto emerso, Djiram avrebbe agito per motivi di gelosia, convinto che Mamadi avesse intrapreso una relazione con la sua ex compagna. La donna, tuttavia, non ha confermato queste circostanze, né vi sono prove che Mamadi fosse coinvolto sentimentalmente con lei. Venerdì pomeriggio, nei pressi del Carrefour dove Mamadi lavorava come addetto alla vigilanza, Djiram ha affrontato la vittima, accusandolo di questa presunta relazione. Ne è nato uno scontro verbale che si è trasformato in una tragedia: con un coltello di 27 centimetri, Djiram ha colpito Mamadi almeno cinque volte, uccidendolo sul colpo.
L’autopsia e il rimpatrio del corpo
Oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Mamadi presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII. L’esame stabilirà quali ferite sono state letali, confermando così la dinamica esatta dell’aggressione. Dopo gli accertamenti, la salma sarà restituita alla famiglia e rimpatriata in Gambia, dove si terranno i funerali.
Il dolore della comunità
La comunità gambiana di Bergamo, rappresentata dall’associazione Giovani Gambiani, ha già iniziato a organizzare iniziative per ricordare Mamadi. Domenica scorsa si è tenuta una preghiera collettiva presso il Patronato San Vincenzo, e nei prossimi giorni è prevista una fiaccolata che attraverserà il centro cittadino fino al luogo dell’aggressione.
Nel frattempo, fiori, candele e messaggi di affetto continuano a essere lasciati nel passaggio Cividini, dove Mamadi ha perso la vita. “Il tuo bellissimo sorriso sarà sempre nei nostri cuori,” recita uno dei messaggi delle colleghe del vicino negozio Pittarosso. Anche i colleghi del Carrefour hanno espresso il loro dolore: “Per noi eri già un angelo. Non ti dimenticheremo mai.”
La memoria di Mamadi
Una fotografia sorridente di Mamadi è stata affissa sul luogo dell’aggressione, accompagnata da una preghiera in arabo. “Era una persona solare, sempre pronta a sorridere,” ha raccontato il fratello Alieu. La città intera si stringe attorno al dolore della famiglia, ribadendo la necessità di contrastare ogni forma di violenza.