A novembre 2024, il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al minimo storico del 5,7%, un risultato che colloca il Paese sotto la media dell’eurozona (6,3%). Tuttavia, la disoccupazione giovanile rimane alta, al 19,2%, segnalando una sfida ancora aperta per la fascia 15-24 anni.
Occupazione e disoccupazione: i dati ISTAT
Gli ultimi dati ISTAT evidenziano una leggera diminuzione degli occupati su base mensile (-0,1%, pari a 13mila unità), dovuta principalmente alla contrazione dei dipendenti a termine (-1,4%, pari a 39mila). Nonostante questo calo congiunturale, il bilancio annuale resta positivo: +328mila occupati rispetto a novembre 2023 (+1,4%).
- Dipendenti permanenti: +500mila (+3,2%).
- Lavoratori autonomi: +108mila (+2,1%).
Un dato significativo riguarda l’occupazione femminile, che cresce più di quella maschile: +200mila donne occupate contro +128mila uomini in un anno.
Aumento degli inattivi e occupazione over 50
Nonostante l’aumento degli occupati, cresce anche il numero di inattivi (+323mila, +2,6% rispetto all’anno precedente), portando il tasso di inattività al 33,7%. La fascia over 50 continua a rappresentare una quota rilevante degli occupati, mentre rimane critico il tema dell’occupazione giovanile.
Inflazione 2024: forte frenata al +1%
Sul fronte economico, il 2024 si chiude con un’inflazione ai minimi storici: +1% in media annua, rispetto al +5,7% del 2023. Questo calo è attribuibile principalmente alla riduzione dei prezzi dei beni energetici. A dicembre, i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua.
Nell’area euro, invece, l’inflazione è in aumento, attestandosi al 2,4% a dicembre 2024, rispetto al 2,2% di novembre.
Commenti e prospettive
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha definito il tasso di disoccupazione del 5,7% un «risultato storico», sottolineando il successo delle politiche del governo Meloni nel promuovere l’occupazione. Tuttavia, Confcommercio avverte che il lieve calo degli occupati congiunturale potrebbe indicare un rallentamento nel mercato del lavoro, pur non destando preoccupazioni.