I numeri dell’influenza in Bergamasca
In Bergamasca si registrano circa novemila influenzati settimanali, con un’incidenza di 9,5 ogni mille abitanti. Nonostante i numeri elevati, il picco influenzale, che solitamente coincide con le festività natalizie, non è stato ancora raggiunto. Negli anni precedenti, nei momenti di massima diffusione del virus, si arrivava a quota ventimila casi settimanali.
Secondo i dati del bollettino di sorveglianza epidemiologica lombarda, le prossime settimane saranno decisive, con un possibile aumento dei contagi. Questo incremento potrebbe protrarsi fino a febbraio, complice il rientro a scuola e il ritorno alla routine quotidiana, prima di una graduale diminuzione.
Vaccini anti-influenzali: numeri positivi
Un dato confortante arriva dalla campagna vaccinale anti-influenzale, che ha ottenuto risultati importanti. Al 7 gennaio, in Lombardia, sono stati somministrati quasi due milioni di vaccini, registrando un aumento del 7,3% rispetto all’anno scorso. Nella provincia di Bergamo, i vaccinati sono stati 212.531, superando i 204.000 della stagione precedente.
La campagna vaccinale ha contribuito a rallentare la diffusione del virus, evitando un picco anticipato durante le festività natalizie. Tuttavia, gli esperti raccomandano di mantenere alta la guardia, soprattutto per le persone non ancora vaccinate.
Preoccupazione per i vaccini anti-Covid in calo
In controtendenza rispetto ai vaccini anti-influenzali, i dati relativi alle vaccinazioni anti-Covid mostrano una forte diminuzione. In Lombardia, sono stati somministrati 312.790 vaccini, segnando un calo del 43,8% rispetto allo scorso anno. In Bergamasca, i numeri scendono a 31.624 vaccinati, destando preoccupazione tra gli esperti.
Il rischio è che fasce fragili e anziani, che nel tempo potrebbero aver perso l’immunità acquisita, siano maggiormente esposti a forme gravi di Covid-19, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica.
Le prospettive per le prossime settimane
Se da un lato il ritardo del picco influenzale ha evitato una pressione sanitaria durante le festività, dall’altro si prevede un aumento dei casi nel periodo post-natalizio. Il ritorno a scuola e ai luoghi di lavoro rappresenta un fattore di rischio, che potrebbe spingere i contagi verso un massimo tra gennaio e febbraio. Dopodiché, ci si attende una graduale discesa del virus.