Il Comune di Bergamo affronta una difficile situazione finanziaria: nel 2025 si registra un deficit di bilancio compreso tra 8 e 9 milioni di euro, causato da minori trasferimenti statali, aumento dell’inflazione e costi crescenti per i servizi pubblici. Per far fronte a questa emergenza economica, la Giunta guidata dalla sindaca Elena Carnevali ha deciso di aumentare le tariffe di diversi servizi essenziali, tra cui asili nido, mense scolastiche e assistenza domiciliare, oltre ad altri servizi cimiteriali e amministrativi.
Aumenti su nidi e mense scolastiche a partire da settembre 2025
L’assessora alle Politiche dell’Infanzia, Marzia Marchesi, ha illustrato i rincari previsti per i nidi comunali, che non subivano aumenti dal 2015. La nuova tariffa minima partirà da 153 euro, rispetto ai 100 euro precedenti, con una quota mensile fissa di 60 euro e costi proporzionali in base al reddito. Per le famiglie con un ISEE superiore a 34.000 euro, la retta mensile salirà a 590 euro, con riduzioni previste per chi ha più figli e per chi opta per il part-time.
Anche il servizio mensa scolastica vedrà un adeguamento delle tariffe, con un aumento inferiore a 1 euro per pasto, accompagnato da agevolazioni per famiglie numerose e studenti con disabilità.
Assistenza domiciliare: ampliata la fascia di esenzione ISEE
Un altro intervento significativo riguarda il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), che supporta circa 300 persone anziane e fragili della città. L’assessora alle Politiche Sociali, Marcella Messina, ha annunciato che la fascia ISEE di esonero dalla contribuzione verrà ampliata da 4.900 a 7.000 euro, consentendo a un maggior numero di cittadini di accedere gratuitamente al servizio. Tuttavia, la quota massima oraria subirà un incremento, passando da 16 a 22 euro, con sconti per coloro che dimostrano l’assenza di una rete familiare di supporto.
I motivi del deficit: inflazione e tagli ai trasferimenti statali
L’assessore al Bilancio, Sergio Gandi, ha spiegato che il disavanzo è causato da diversi fattori, tra cui:
- Taglio dei trasferimenti statali, con fondi ridotti da 277 milioni a 112 milioni di euro per i Comuni;
- Inflazione, che ha aumentato i costi di gestione dei servizi, inclusi quelli delle cooperative;
- Manutenzione del reticolo idrico, con spese decuplicate da 45.000 a 450.000 euro;
- Restituzione dei mutui, che quest’anno non ha beneficiato di agevolazioni come nel 2023;
- Diminuzione dei dividendi di A2A, che ha ridotto le entrate correnti del Comune.
Per fronteggiare questa situazione, l’amministrazione ha attuato una spending review, riducendo le spese di oltre 1,2 milioni di euro, e ha deciso di rivedere alcune tariffe comunali, tra cui quelle per servizi cimiteriali, diritti di istruttoria edilizia e visure documentali.