Colere-Lizzola, Regione Lombardia apre al comprensorio unico

Il progetto per l’unione delle due stazioni sciistiche continua a far discutere. Il Cai esprime perplessità ma apre al dialogo. Sindaci e imprenditori a confronto sui finanziamenti

Colere-Lizzola, Regione Lombardia apre al comprensorio unico

Il progetto per l’unione delle due stazioni sciistiche continua a far discutere. Il Cai esprime perplessità ma apre al dialogo. Sindaci e imprenditori a confronto sui finanziamenti.

La possibile unione dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola in Alta Val Seriana e Val di Scalve resta al centro del dibattito. Regione Lombardia ha manifestato apertura verso il progetto, evidenziando la necessità di destagionalizzare l’offerta turistica per garantire uno sviluppo sostenibile della montagna.

Il parere del Cai: critiche ma dialogo aperto

Uno dei nodi principali riguarda la posizione del Club Alpino Italiano (Cai), che ha espresso un parere complessivamente negativo sul progetto. Il documento, firmato da tutte le sottosezioni della provincia di Bergamo ad eccezione di quella della Val Gandino, sottolinea “forti criticità” ma lascia spazio al confronto con istituzioni e privati. La reversibilità delle opere è un concetto chiave: il Cai teme che impianti non più utilizzati possano trasformarsi in strutture abbandonate, come già avvenuto in passato. Tuttavia, una recente cena tra i vertici dell’associazione e l’imprenditore Massimiliano Belingheri ha favorito un primo spiraglio di dialogo.

Incontro tra sindaci e Rsi: focus sui finanziamenti

Giovedì 6 febbraio il progetto è stato illustrato ai sindaci della Val Seriana e della Val di Scalve in un’audizione pubblica organizzata dalla Comunità Montana. Quasi tutti i primi cittadini hanno partecipato, dimostrando interesse per un piano che potrebbe trasformare l’economia locale. Massimo riserbo sulle reazioni ufficiali, ma si prevede che il confronto proseguirà nei prossimi mesi.

Uno degli aspetti più delicati riguarda i finanziamenti pubblici, stimati in circa 50 milioni di euro. Dieci potrebbero arrivare dal Ministero del Turismo (MiTur), mentre altri fondi sono attesi dalla Banca Europea per gli Investimenti e da Invitalia. Tuttavia, la somma più consistente – circa 30 milioni di euro – dovrebbe essere garantita da Regione Lombardia.

Secondo il consigliere regionale Jacopo Scandella (Pd), il progetto avrà senso solo se riuscirà a generare reddito durante tutto l’anno, prendendo spunto da modelli come quello di Andalo, in Trentino. Una posizione condivisa anche da Michele Schiavi (Fratelli d’Italia), che si è detto favorevole all’iniziativa.

Proteste e mobilitazioni

Non mancano le opposizioni. Oggi, domenica 9 febbraio, è in programma una camminata di protesta organizzata dall’Associazione Proletari Escursionisti, nell’ambito della mobilitazione nazionale “La Montagna non si Arrende”. Gli attivisti percorreranno i sentieri storici tra Valbondione e Lizzola per ribadire la loro contrarietà a un’opera ritenuta “dannosa e inutile”.

Il dibattito resta acceso e gli sviluppi futuri dipenderanno dal confronto tra istituzioni, associazioni e imprenditori. Il tema centrale rimane la sostenibilità economica e ambientale dell’iniziativa, con la necessità di trovare un equilibrio tra sviluppo turistico e tutela del territorio.

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