La provincia di Bergamo è sempre più multiculturale. Secondo il 30° Rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu, presentato a Milano, il numero di residenti stranieri ha superato quota 123mila, con un incremento di 3.013 persone nel corso del 2023. Gli immigrati ora rappresentano l’11,2% della popolazione bergamasca, in crescita rispetto al 10,9% dell’anno precedente.
Crescita della popolazione straniera: i numeri
Al 1° gennaio 2024, in provincia di Bergamo risultavano 123.834 cittadini stranieri, rispetto ai 120.821 del 2023. Il trend di crescita riguarda soprattutto gli uomini, aumentati di 1.918 unità, mentre le donne sono cresciute di 1.095 unità.
I principali Paesi di provenienza restano invariati:
- Marocco
- Romania
- Albania
- India
- Senegal
A livello nazionale, il numero di residenti stranieri è cresciuto di 113mila unità, mentre gli irregolari sono diminuiti, passando da 458mila a 321mila (-137mila).
Cittadinanze e scuola: i dati lombardi
Nel 2023, 214mila stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana, con la Lombardia che ha concesso il 25,1% delle nuove cittadinanze. In provincia di Bergamo, i nuovi cittadini italiani sono stati il 10,3% del totale regionale.
Per quanto riguarda la scuola, gli alunni stranieri in Italia rappresentano l’11,2% del totale, con la Lombardia al primo posto per numero di studenti con background migratorio (231.819). Tuttavia, l’Emilia-Romagna registra l’incidenza più alta, con il 18,4% degli studenti non italiani.
Un fenomeno in evoluzione
Secondo Ismu, la migrazione in Italia è entrata in una fase di “consolidamento”, con un aumento della popolazione residente e una riduzione della componente irregolare. Per Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo, il fenomeno rappresenta un’opportunità per contrastare l’invecchiamento demografico.
Tuttavia, come sottolinea Gian Carlo Blangiardo, presidente di Ismu, la questione migratoria non deve essere ridotta a una mera emergenza: «Molti immigrati sono integrati, studiano, lavorano e contribuiscono alla società. La sfida è governare il fenomeno con dati concreti e politiche mirate».