Sicurezza a Bergamo, valutazione sulle “zone rosse” e nodo rimpatri

Il prefetto analizza l’applicazione della direttiva Piantedosi. Intanto, si chiede un impegno concreto per la sicurezza della zona stazione

La questione sicurezza urbana a Bergamo è al centro del dibattito dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica (Cosp) convocato dal prefetto Luca Rotondi. Tra i temi discussi, l’eventuale applicazione della direttiva Piantedosi sulle zone a controllo rafforzato, la petizione firmata da 400 cittadini e la questione dei rimpatri dei migranti irregolari.

La richiesta di un intervento più incisivo è arrivata dagli abitanti e dai commercianti delle vie vicine alla stazione ferroviaria, tra cui via Paglia, Bonomelli e Novelli, che hanno sottoscritto una petizione per chiedere maggiore sicurezza e decoro urbano. Tra le misure richieste figurano il divieto di bivacco e di somministrazione di alcolici, l’utilizzo del Daspo urbano e la creazione delle zone a controllo rafforzato, già attuate in diverse città italiane.

Valutazioni in corso sulle “zone rosse”

La prefettura sta verificando i presupposti giuridici per applicare a Bergamo le disposizioni previste dalla direttiva Piantedosi, già operative in città come Milano, Torino, Napoli e Roma. Il provvedimento stabilisce il divieto di stazionamento per soggetti ritenuti pericolosi, già segnalati per reati legati a stupefacenti, violenza, furti o possesso illecito di armi, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza pubblica nelle aree critiche della città.

Il tema è stato ripreso anche dai consiglieri di Fratelli d’Italia e del centrodestra, che hanno presentato un ordine del giorno urgente in Consiglio comunale, sollecitando la Giunta a promuovere in prefettura l’attivazione delle zone rosse e l’intensificazione dei controlli nelle aree più sensibili.

Rimpatri: senza accordi bilaterali resta tutto fermo

Un altro nodo affrontato riguarda i rimpatri dei migranti irregolari, un punto su cui il governo ha dato indicazioni precise ai prefetti e ai questori. Tuttavia, il problema principale resta la mancanza di accordi bilaterali tra gli Stati per il rimpatrio, senza i quali le espulsioni restano difficili da attuare.

Il Cosp tornerà a riunirsi per proseguire l’analisi sulle possibili misure da adottare a tutela della sicurezza cittadina. Nel frattempo, la tensione resta alta tra i residenti della zona stazione, che chiedono azioni concrete e immediate per contrastare situazioni di degrado e illegalità.

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