La comunità di Seriate e il mondo politico bergamasco piangono la scomparsa di Silvana Santisi Saita, ex sindaco della città per due mandati ed ex consigliere regionale della Lega Nord. La donna è deceduta nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio nella sua abitazione, all’età di 86 anni.
Lascia il marito Alfonso Saita, i figli Claudia e Marco e tre nipoti, Luca, Giulia e Lisa.
Dall’insegnamento alla politica: un percorso di dedizione
Nata il 14 agosto 1938 a Mongiuffi Melia in provincia di Messina, Silvana Santisi Saita si era laureata in Farmacia, ma la sua vocazione l’aveva portata a dedicarsi all’insegnamento. Dal 1967 fu docente in diversi istituti scolastici bergamaschi: ITC “Vittorio Emanuele II”, Liceo scientifico “Lussana”, ITIS “Natta”, fino al suo incarico definitivo al Paleocapa, dove divenne anche vicepreside nel 1974.
Parallelamente alla carriera scolastica, coltivò con grande impegno l’attività politica e sociale. Dopo un’esperienza come assessore esterno ai Servizi sociali del Comune di Seriate nel 1992, si avvicinò alla Lega Nord, prendendo ufficialmente la tessera nel 1995. Per oltre un decennio fu assessore alle Politiche sociali, prima di essere eletta sindaco di Seriate nel 2004, carica che mantenne per un secondo mandato nel 2009, ottenendo il 61% dei voti.
Nel 2013, il suo impegno politico la portò in Regione Lombardia, dove ricoprì l’incarico di consigliere regionale fino al termine della legislatura.
Un forte legame con la comunità e la Chiesa
Oltre alla politica, il suo impegno si estese all’Azione Cattolica, di cui fu Presidente a Seriate, e dal 1986 al 1992 ricoprì il ruolo di Presidente diocesana dell’Azione Cattolica bergamasca. Partecipò attivamente anche al Consiglio pastorale diocesano e al Direttivo della Consulta dei laici di Bergamo.
Per il suo instancabile contributo, nel 1998 fu insignita della “Croce Pro Ecclesia et Pontifice” da Papa Giovanni Paolo II, un riconoscimento vaticano assegnato a laici che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa.
La sua scomparsa segna la fine di una lunga stagione di dedizione alla politica, al sociale e alla comunità bergamasca.