Una frase fuori luogo pronunciata dal sindaco Gianfranco Gafforelli ha sollevato un’ondata di indignazione durante il Consiglio comunale del 29 aprile. Come riferito da PrimaTreviglio, il primo cittadino, rivolgendosi all’ex sindaco e consigliere Pd Sebastian Nicoli, ha pronunciato a microfono spento – ma con voce chiaramente udibile – una frase definita da molti come inaccettabile: «Abbiamo capito che tu sei abituato a parlare con gli handicappati, ma abbiamo capito!».
Un commento che faceva riferimento al passato professionale di Nicoli come educatore nel settore della disabilità, ma che è stato percepito come un insulto gratuito e discriminatorio.
Lo sconcerto è stato immediato, tanto che Gianfranco Dodesini, consigliere comunale della stessa maggioranza che sostiene Gafforelli e docente attivo nel campo della disabilità, ha preso parola per condannare pubblicamente le parole del sindaco, definendole offensive e fuori da ogni contesto accettabile.
«Anche se sono in maggioranza, ci sono limiti che non si possono superare», ha affermato Dodesini, rivelando tutto il suo disagio per quanto accaduto.
Lo scontro si è ulteriormente acceso quando, invece di rivolgere le scuse direttamente a lui, Gafforelli ha risposto al consigliere con un secco “Non accetto lezioni di stile da lei”, ricevendo in cambio una replica ancora più dura: «Lo stile del sindaco sarebbe usare ‘handicappato’ in tono dispregiativo?».
Le scuse ufficiali
Il giorno successivo, dopo il clamore suscitato dalla vicenda, Gafforelli ha provato a fare un passo indietro con una nota di scuse pubblica: «Mi sono lasciato sfuggire parole che riconosco come profondamente sbagliate e offensive. Desidero porgere le mie scuse più sincere, senza alcuna riserva, a chi si è sentito colpito o ferito. Quelle parole non rappresentano il mio pensiero né i miei valori».
Il sindaco ha anche dichiarato di avere profondo rispetto per le persone con disabilità e le loro famiglie, tentando così di chiudere una vicenda che ha lasciato un segno profondo nel dibattito politico e civile della città.
Un danno d’immagine per l’Amministrazione
Il caso ha scosso anche l’opinione pubblica, in particolare le realtà del volontariato e del sociale, da sempre molto attive sul territorio. La vicenda ha sollevato interrogativi sull’adeguatezza del linguaggio istituzionale, specialmente in un contesto pubblico come quello di un Consiglio comunale. Il rischio, ora, è un grave danno d’immagine per l’Amministrazione, già sotto pressione per altre questioni amministrative.