Tassa di soggiorno in Bergamasca: 25 Comuni l’hanno introdotta, altri 150 potrebbero seguirli

Dalla città di Bergamo ai borghi del Sebino e delle valli, cresce il numero di paesi che adottano l’imposta. Ma solo il 14% degli abilitati la applica già. In arrivo nuove delibere

L’imposta che cambia il volto dell’accoglienza

Nel 2012 Bergamo è il primo Comune della provincia a introdurre la tassa di soggiorno, seguita da Orio al Serio, Lovere e Predore. A distanza di oltre un decennio, sono 25 i Comuni bergamaschi ad averla attivata, mentre altri 150 potrebbero farlo, in base alla loro presenza nell’elenco regionale delle località turistiche. Secondo la normativa del 2011, l’imposta può essere applicata da Comuni capoluogo, unioni e centri riconosciuti come destinazioni turistiche o città d’arte.

Chi la applica già (e chi ci sta pensando)

Tra i primi a seguire l’esempio del capoluogo troviamo Grassobbio, Stezzano, Mozzo, Azzano San Paolo e Zanica. Sul lago d’Iseo, precursori sono stati Iseo, Predore e Lovere, a cui si sono aggiunti Sarnico (che la reintroduce nel 2022 dopo uno stop) e Costa Volpino (dal 2023). Riva di Solto la applica da sette anni, mentre i Comuni più recenti sul Sebino sono Bossico, Castro e Solto Collina. Tavernola dovrebbe deliberarla a breve, Sovere è in fase di valutazione, Parzanica è ancora fuori. I Comuni del consorzio Visit Lake Iseo stanno lavorando a un’armonizzazione delle tariffe: da 1 a 3 euro a seconda della struttura ricettiva.

Valli e hinterland: espansione graduale

In Valle Brembana, San Pellegrino Terme ha introdotto la tassa nel 2017 con importi tra 1 e 2 euro, seguito da Serina e Foppolo nel 2019. Secondo VisitBrembo, la tassa a San Pellegrino frutta circa 70mila euro annui, reinvestiti in promozione turistica e servizi come gli info point. Altri Comuni come San Giovanni Bianco e Zogno potrebbero seguirne l’esempio. Nella Val Seriana e Scalve, il pioniere è Castione della Presolana (2019), seguito da Selvino (2022), Albino (2024), Nembro e Colere (aprile 2025), e Clusone (maggio 2025).

Nuove regole e vecchi problemi

Dopo la sospensione durante il periodo pandemico, l’imposta ha ripreso slancio, anche se le modalità di calcolo sono cambiate nel tempo. Una recente proposta di estensione obbligatoria a tutti i Comuni non è stata approvata nella manovra di bilancio 2025, sollevando il dissenso delle associazioni di categoria. Secondo Oscar Fusini di Ascom Confcommercio Bergamo, “la tassa di soggiorno non sempre è seguita da una logica di finanziamento dei servizi per i turisti”. In molti casi, sottolinea Fusini, i fondi vengono utilizzati per spese correnti, e non reinvestiti come dovrebbero.

Un potenziale ancora poco sfruttato

Ad oggi, solo il 14% dei Comuni autorizzati dalla Regione Lombardia applica davvero la tassa, mentre il 70% (175 Comuni su 243) potrebbe farlo. Il tema resta divisivo, tra chi la considera uno strumento di valorizzazione turistica e chi teme diventi un peso per i visitatori. Secondo Marco Migliorati di PromoSerio, “potrebbe diventare un modo per investire di più sul turismo”, ma serve una visione condivisa e un cambio culturale. Intanto, Cologno al Serio sarà il primo Comune della Bassa bergamasca ad applicarla dal 1° giugno 2025.

In cerca di equilibrio

La tassa di soggiorno resta uno strumento importante ma ancora poco uniformato, applicato con modalità differenti e spesso con finalità divergenti. Se ben gestita, può diventare un motore di sviluppo locale, altrimenti rischia di essere percepita come mera imposta aggiuntiva. La sfida, ora, è trasformarla in risorsa condivisa per la promozione e la qualità dell’offerta turistica.

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