Un grave furto ha colpito la “Casa famiglia Kalica” a Treviglio, nella frazione Geromina, proprio mentre l’edificio si avvia verso la conclusione dei lavori. Tre batterie da 15 Kw/h ciascuna e un accumulatore, parte essenziale del nuovo impianto fotovoltaico, sono stati sottratti da un locale nel seminterrato, causando un danno economico pari a 27mila euro. Le apparecchiature, installate come parte della ristrutturazione sostenuta anche dal bonus 110%, erano fondamentali per garantire l’autonomia energetica della struttura.
Il furto, avvenuto nei giorni scorsi, ha colpito duramente l’associazione Kalica, promotrice del progetto. Le serrature non sono state forzate, come sottolineato da Emilia Lorenzi, presidente dell’associazione, lasciando ipotizzare un possibile intervento dall’interno o da qualcuno a conoscenza della collocazione precisa delle batterie. «In pochi sapevano dell’esistenza di quel vano tecnico», ha dichiarato Lorenzi, aggiungendo un appello a chiunque abbia notato movimenti sospetti nell’area.
La “Casa famiglia Kalica” è destinata a diventare un punto di riferimento per le persone disabili in carrozzina, con i primi ospiti previsti per fine estate. L’immobile, acquistato cinque anni fa per 320mila euro, è stato finanziato con un mutuo da 200mila e sostenuto dai proventi della pizzeria solidale gestita dalla stessa associazione nel centro di Treviglio.
Il percorso di ristrutturazione ha già vissuto momenti difficili: l’azienda incaricata inizialmente dei lavori ha interrotto bruscamente l’intervento, facendo slittare il cantiere di oltre un anno. Ora una nuova impresa edile di Arcene ha preso in carico il progetto e ha garantito la conclusione dei lavori entro la fine dell’estate.
Nonostante l’amarezza, il gesto criminale ha dato il via a una gara di solidarietà. Diverse imprese si sono offerte per aiutare l’associazione, con donazioni materiali e supporto economico, a dimostrazione della forte rete di sostegno che circonda Kalica. «Un segnale importante – ha commentato Lorenzi – che ci fa sentire meno soli in questo momento difficile».
Una volta completata, la struttura accoglierà tre persone disabili e i loro genitori in una prima fase di inserimento, per poi diventare un centro stabile di accoglienza e assistenza, la cui gestione sarà affidata a una cooperativa onlus.