Un giorno straordinario: 17 parti e 19 bebè
Tra giovedì 5 e venerdì 6 giugno 2025, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha registrato un evento eccezionale: 17 parti in sole 24 ore, di cui due gemellari, per un totale di 19 nuovi nati. Si tratta di un numero significativamente superiore alla media giornaliera, che si attesta intorno agli 11 parti (con 4.073 nascite totali nel 2024). A prevalere sono i maschietti, ben 13 contro 6 femmine.
L’organizzazione in risposta all’ondata di nascite
Il dato non è solo statistico ma mette in evidenza la complessità organizzativa dell’ospedale. Il direttore dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia, Marco Carnelli, ha rilevato come l’eccezionalità dei “numeri” abbia sollecitato il personale in termini di assistenza adeguata, occupando ostetriche e anestesiste in sala parto.
Alla base c’è una rete organizzativa che comprende non solo il parto in sé, ma anche i servizi ambulatoriali pre e post-natali. «Il percorso nascita prevede anche servizi per le patologie della gravidanza. Per i casi a basso rischio, offriamo assistenza personalizzata in collaborazione con i consultori di Borgo Palazzo e Villa d’Almè», aggiunge Carnelli.
Tra assistenza sanitaria e dimensione sociale
Negli ultimi anni è cambiato il profilo delle partorienti per l’innalzamento dell’età media delle puerpere e anche, insieme alle gravidanze con patologie, quelle da procreazione medicalmente assistita. Una componente fondamentale è il lavoro d’équipe, come sottolinea Patrizia Ghilardi, responsabile per la Direzione delle professioni sanitarie e sociali del Dipartimento materno infantile e del Percorso nascita:
«Siamo organizzati per gestire picchi di nascite. Lavoriamo con formazione continua e attenzione alla persona, garantendo qualità e benessere. Il parto è un evento sanitario, ma anche familiare e sociale».
Un presidio tra i primi cinque in Italia
Il Papa Giovanni si conferma tra le prime cinque strutture ospedaliere italiane per numero di parti, grazie anche a un’ampia copertura territoriale. A Bergamo si registra una sostanziale stabilità, con una leggera controtendenza rispetto al calo nazionale, accogliendo pazienti provenienti dall’Isola e da aree limitrofe per via della chiusura del punto nascita di Ponte San Pietro.
Un ruolo reso possibile dalla presenza di reparti avanzati come la terapia intensiva neonatale, e da un’offerta integrata che copre il periodo prenatale, il parto e il post-parto con visite domiciliari e sostegno all’allattamento.