Orobie prese d’assalto: rifugi e sentieri pieni per cercare refrigerio

Boom di presenze in montagna tra Colere, Valbondione, Presolana e Valle Brembana. Rifugi al completo e afflussi record anche nei borghi d’altura

Le alte temperature e il sole estivo spingono sempre più persone a rifugiarsi nelle valli bergamasche. Il weekend appena trascorso ha registrato afflussi record lungo i sentieri e nei rifugi delle Orobie, dalla Presolana al Brunone, passando per le vette di Valcanale, Valbondione e Val Sedornia. Parcheggi saturi, rifugi pieni e file sui sentieri di bassa quota hanno confermato il trend di una stagione iniziata con entusiasmo e numeri in crescita.

«La stagione è partita alla grande», conferma Chicco Zani, gestore del rifugio Albani di Colere, segnalando il tutto esaurito per i pernottamenti del sabato nei primi tre fine settimana. Presenze che si registrano anche nelle attività alpinistiche: sulla Presolana erano presenti fino a otto cordate in parete. Zani lancia però un richiamo alla prudenza: «Siamo pur sempre a 2.000 metri, vietato salire impreparati».

Affluenza sopra la media in tutte le valli

Anche nelle zone più accessibili, come Valcanale e Valbondione, si è registrata un’alta densità di escursionisti fin dal mattino. Pietro Caccia, gestore del chiosco al laghetto di Valcanale, parla di un +10% di incasso rispetto alle domeniche dell’anno scorso: «C’è stato un via vai continuo, sia di camminatori che di famiglie in cerca di relax».

Il rifugio Magnolini al Monte Pora ha vissuto la giornata più affollata della stagione, come racconta il gestore Nicola Castelli. Al Pian del Termen sono stati serviti ben 350 coperti solo a pranzo, ulteriore segnale di come la montagna sia diventata la meta prediletta per sfuggire alla canicola.

L’effetto “Rimini” in quota

Al Passo della Presolana, il paragone con la riviera romagnola non è sembrato azzardato. Claudio Trentani, del rifugio Cassinelli, ha definito la giornata “strepitosa” in termini di presenze, lamentando però l’aumento dell’abbandono dei rifiuti: una conseguenza del turismo massivo che tocca anche le vette più alte.

Nel frattempo, pozzette e laghetti montani come lo Spigorèl in Val Sedornia sono diventati meta di chi cerca refrigerio nell’acqua: non sono mancati, infatti, i bagni improvvisati nonostante le quote elevate.

Valle Brembana: sentieri e borghi pieni

Anche in Valle Brembana l’afflusso è stato costante sin dal primo mattino. I principali sentieri erano percorsi già alle 10, e tra le mete più battute spicca il rifugio Gremei a Piazzatorre (1.550 metri), come confermato dal vicesindaco Gaetano Bonetti: «Abbiamo accolto famiglie e giovani. Il panorama e il clima compensano lo sforzo della salita».

Nel borgo di Santa Croce, sopra San Pellegrino Terme, è tornata a farsi vedere una turistica lenta e consapevole: passeggiate tra i vicoli, visite alle corti in pietra e ricerca del fresco. Adriano Avogadro, dell’Associazione Santa Croce, sottolinea: «Si vedono tanti nuovi visitatori, attratti dalla quiete e dalla bellezza del borgo».

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