Quasi 600 firme per salvare vite sul ponte tra Capriate e Trezzo

Petizione popolare per installare barriere anti-scavalcamento sul ponte dell’Adda, luogo segnato da numerosi suicidi

In pochi giorni sono state raccolte quasi 600 firme per chiedere la messa in sicurezza del ponte tra Capriate San Gervasio e Trezzo sull’Adda, un’infrastruttura tristemente nota per essere teatro di ricorrenti tragedie. La petizione, lanciata il 19 giugno su Change.org, ha raccolto ampia adesione da parte di cittadini, residenti e utenti della rete, preoccupati per l’assenza di barriere protettive adeguate.

Il ponte, che collega le province di Bergamo e Milano, è da anni al centro dell’attenzione per il numero crescente di suicidi registrati. La richiesta è chiara: installare reti anti-scavalcamento o strutture dissuasive che possano impedire l’accesso pericoloso ai parapetti e arginare comportamenti impulsivi. Interventi analoghi, già attuati in altri contesti urbani, si sono dimostrati efficaci nella prevenzione.

Le firme raccolte sono già state trasmesse alla Città Metropolitana di Milano, ente competente per la gestione dell’infrastruttura, e inviate in copia anche ai Comuni di Capriate San Gervasio e Trezzo sull’Adda. L’iniziativa non si ferma: la raccolta proseguirà sia online che porta a porta in formato cartaceo, coinvolgendo direttamente la cittadinanza.

A sostenere pubblicamente la petizione anche il Movimento 5 Stelle di Capriate, che attraverso il referente Massimo Bologna sottolinea la necessità di un’azione immediata: «L’obiettivo è sensibilizzare e ottenere un intervento concreto da parte delle istituzioni, affinché nessun’altra vita venga persa in quel luogo».

L’appello è rivolto a tutti gli enti coinvolti, affinché considerino l’installazione delle barriere non come un’opzione, ma come una misura essenziale di prevenzione e tutela della salute pubblica. Il ponte, luogo di passaggio e simbolo di collegamento tra territori, non deve continuare a essere associato al dolore e alla disperazione.

Con l’adesione di centinaia di persone in così poco tempo, l’iniziativa dimostra quanto il tema sia sentito e come la collettività sia pronta a farsi carico della sicurezza del proprio territorio. Ora la parola passa alle istituzioni, chiamate a dare risposte concrete.

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