Brescia e Bergamo sono le province italiane dove più alto è il numero di lavoratori rapportato a quelli dei pensionati. A Brescia il saldo tra gli occupati (542mila) e i pensionati (436mila) è di 107mila; a Bergamo a fronte di 489mila occupati ci sono 398mila pensionati (saldo di 90mila).
Un saldo più alto si registra solo nelle province di Roma e Milano, che però hanno ovviamente numeri molto più alti per entrambe le voci, essendo due metropoli.
E’ invece Lecce la provincia italiana dove più alto è il numero dei pensionati rispetto a quello degli occupati. A fronte di 341mila pensioni erogati risultano infatti 244mila lavoratori. Una differenza di circa 97mila unità che fa di Lecce la città più “assistita” nella classifica stilata dalla Cgia di Mestre su dato Inps e Istat.
Un rapporto che ovviamente dipendente dal numero della popolazione anziana e da quello occupazionale. Ma che certo mostra nel Salento uno squilibrio molto marcato, con un numero di lavoratori molto più basso rispetto a quello dei pensionati.
La Lombardia è la regione con il più alto saldo a favore dei lavoratori (733mila). In tutto il Mezzogiorno, invece, il saldo è di oltre un milione di pensionati in più rispetto ai dipendenti, con il dato nazionale che vede invece questi ultimi restare di più per 327mila unità. Ma il sorpasso delle pensioni sugli stipendi, secondo il trend della popolazione, è destinati a ripresentarsi anche nelle altre zone d’Italia: secondo alcune previsioni, ricorda la Cgia di Mestre, entro il 2028 sono destinati a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età 2,9 milioni di italiani, di cui 2,1 milioni sono attualmente occupati nelle regioni centrosettentrionali.