Giudici di pace in crisi: pochi magistrati, casi raddoppiati e attese lunghissime

L’Associazione nazionale forense denuncia la situazione critica: solo 8 giudici su 21 previsti e procedimenti aumentati del 50%.

Cresce l’allarme per il carico di lavoro e le lunghe attese nei procedimenti davanti al giudice di pace. Secondo l’Associazione nazionale forense, le riforme recenti hanno portato a un aumento del 50% dei casi, passando dai 6.891 del 2022/2023 ai 10.355 del 2023/2024, senza che vi sia stato un adeguamento del personale. Attualmente, infatti, i giudici di pace in servizio sono solo 8 rispetto ai 21 previsti, e lo scenario è destinato a peggiorare da ottobre 2025, quando la competenza del giudice di pace si estenderà a cause per incidenti stradali fino a 50mila euro (oggi il limite è 30mila).

Tempi di attesa sempre più lunghi

Le conseguenze per i cittadini sono già evidenti:

  • Un ricorso depositato a gennaio 2025 avrà la prima udienza solo a novembre 2026.
  • Cause di modesto valore, come una contestazione per un motorino difettoso, richiedono quasi un anno per la prima udienza.
  • Chi deve recuperare un credito rischia di aspettare anni per una sentenza.

Tribunale ordinario con più personale, ma meno procedimenti

A peggiorare la situazione, il tribunale ordinario ha visto un calo dei procedimenti iscritti e definiti, mentre il personale è aumentato:

  • Nel 2018 si registravano 17.986 nuovi procedimenti, oggi sono 13.430.
  • Nello stesso periodo, le cause definite sono scese da 18.174 a 13.655.
  • Dal 2022, sono stati assunti 38 addetti all’ufficio del processo, che però non sono stati destinati al giudice di pace.

Le proposte per risolvere la crisi

Secondo l’Associazione nazionale forense, servono interventi urgenti:

  1. Applicazione temporanea di giudici onorari e personale amministrativo del tribunale presso gli uffici dei giudici di pace.
  2. Indizione di nuovi concorsi per giudici di pace, attualmente non previsti dal Ministero della Giustizia.
  3. Riforma della gestione della giustizia, con un modello simile alla sanità, affiancando al presidente del tribunale un manager per migliorare l’efficienza.

Appello al Ministero: nessuna risposta concreta

Il presidente del tribunale, Cesare De Sapia, ha annunciato un incontro con l’Ordine degli avvocati per affrontare il problema, ricordando che a fine 2024 era stata inviata una lettera al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, firmata da Procura, tribunale e associazioni. Tuttavia, non è seguito alcun intervento concreto.

Con la mole di lavoro in aumento e l’organico insufficiente, il rischio è che il sistema del giudice di pace collassi, con gravi ripercussioni per cittadini e professionisti.

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