Omicidio di Valbrembo, fermati due giovani: «Rapina finita in tragedia»

Le indagini hanno portato all’arresto di un 24enne e un 25enne, ritenuti responsabili dell’omicidio di Luciano Muttoni. La vittima è stata colpita con una pistola scacciacani e percossa brutalmente.

L’omicidio di Luciano Muttoni a Valbrembo ha trovato una svolta: i carabinieri hanno fermato due giovani, un 25enne italiano con precedenti penali e un 24enne di origini polacche residente in provincia di Monza Brianza, accusati di aver ucciso l’uomo durante una rapina degenerata in tragedia.

La confessione e il ritrovamento delle prove

Il 25enne italiano ha confessato il delitto, fornendo dettagli utili al ritrovamento del suo giubbotto insanguinato, dei documenti sottratti alla vittima e dell’arma del delitto, una pistola scacciacani utilizzata per colpire Muttoni alla testa, oltre a calci e pugni. Il complice, fermato in una comunità di Monza Brianza, ha confermato la versione dei fatti.

Dopo il crimine, i due si sono allontanati con l’auto della vittima, rubandone il cellulare, carte di credito e una somma di denaro. Parte della refurtiva e l’arma sono state successivamente gettate nei campi e nei boschi tra Valbrembo e Solza.

Le indagini e il dettaglio chiave

L’inchiesta, avviata il 9 marzo, ha preso una svolta grazie a un dettaglio cruciale: i vicini avevano notato l’assenza dell’auto della vittima, portando gli inquirenti a concentrare le ricerche sul veicolo. Un controllo effettuato nella notte di venerdì dai carabinieri di Monza Brianza ha permesso di fermare l’auto con quattro individui sospetti a bordo. Non sapendo giustificarne il possesso, i fermati erano stati denunciati per ricettazione e il mezzo sequestrato.

Grazie all’analisi delle immagini di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte, gli investigatori hanno identificato nel conducente del veicolo il presunto autore dell’omicidio. Interrogato, il giovane ha confessato, dichiarando che la rapina si è trasformata in un’aggressione fatale.

Il cerchio si chiude, ma le indagini proseguono

Le prove raccolte, tra cui refurtiva, arma e indumenti insanguinati, hanno confermato le confessioni dei sospettati, portando la Procura della Repubblica di Bergamo a disporre il fermo dei due giovani. Le indagini, tuttavia, non si fermano: gli inquirenti stanno valutando l’eventuale coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver concorso o favorito il delitto.

Con i principali responsabili in custodia, il caso sembra vicino alla sua risoluzione, ma gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire tutti i dettagli della tragica vicenda.

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