Uno studio indipendente realizzato da Legambiente Bergamo e Legambiente Terre del Gerundo mette in dubbio la reale utilità dell’autostrada Treviglio-Dalmine, un progetto discusso da oltre vent’anni e che, secondo le associazioni, non risponderebbe ai problemi reali della mobilità nella provincia bergamasca.
L’indagine, presentata il 19 maggio, è stata condotta da un gruppo di esperti con competenze in mobilità, ambiente e finanza, monitorando per oltre sei mesi – da agosto 2024 a febbraio 2025 – i tempi di percorrenza tra Bergamo e Treviglio sulle arterie esistenti: la SP42 e la SP525. I dati, raccolti con strumenti di rilevazione digitale basati su tecnologie di Google Maps, mostrano chiaramente che la congestione stradale non si concentra nel tratto oggetto del progetto autostradale, ma attorno a Bergamo, in particolare nella zona della Tangenziale Sud.
Le criticità evidenziate
Il progetto prevede un collegamento tra il casello Brebemi di Casirate e quello dell’A4 a Dalmine. Tuttavia, secondo i dati analizzati, proprio questa zona risulta tra le meno congestionate della rete viaria esistente. Le criticità vere emergono nei pressi del capoluogo, dove il traffico aumenta sensibilmente nelle ore di punta, rendendo i tempi di percorrenza imprevedibili e spesso superiori del 70-80% rispetto a quelli in condizioni normali.
Le due strade principali (SP42 e SP525) offrono prestazioni simili, e anche durante i periodi di maggiore traffico nella Bassa, la velocità media resta prossima a quella di flusso libero, sintomo evidente di una viabilità ancora scorrevole.
Una soluzione sbagliata al problema giusto
«Il problema della mobilità esiste, ma non si risolve con un’autostrada dove non c’è traffico,» ha dichiarato Nicola Cremaschi di Legambiente. «Il progetto, costoso e impattante, è programmato su un tratto che non intercetta la vera domanda di mobilità. Al contrario, servono soluzioni puntuali, basate sui dati e sui bisogni reali delle persone.»
Secondo Cremaschi, l’investimento da quasi 150 milioni di euro di fondi pubblici sarebbe meglio impiegato per interventi mirati, capaci di rispondere alle esigenze quotidiane degli utenti.
La proposta alternativa: mobilità integrata e trasporto pubblico
Nel dossier presentato da Legambiente, si propone una visione diversa della mobilità: potenziare il trasporto pubblico locale, investire in soluzioni intermodali, rendere più attrattive le alternative all’auto privata e integrare le politiche della mobilità con quelle urbane, ambientali e sanitarie.
«Non siamo contro le soluzioni, ma contro le false soluzioni,» ha ribadito Cremaschi. «L’autostrada Ipb è un progetto vecchio, inefficace e dannoso. Serve un dibattito pubblico serio, fondato su evidenze e dati, per individuare strade davvero sostenibili per il futuro della mobilità bergamasca.»
Il progetto definitivo dell’autostrada, ad oggi non ancora pubblico, sarà presentato ai Comuni coinvolti in un incontro fissato per il 22 maggio in Regione Lombardia. Il dibattito è aperto, ma i numeri raccolti da Legambiente potrebbero rimettere tutto in discussione.