Un passaggio di testimone nel segno della continuità
Il CAI Valle Imagna entra in una nuova fase con l’elezione alla presidenza di Mauro Frosio, imprenditore edile di Sant’Omobono Terme, che raccoglie il testimone dopo 24 anni di guida del presidente uscente Giancamillo Frosio Roncalli, rimasto come consigliere. Con lui, Ferruccio Previtali e Monica Frosio assumono i ruoli di vicepresidenti, ricoprendo anche le cariche di tesoriere e segretaria. Il direttivo si completa con 10 consiglieri che rappresentano la continuità e il rinnovamento della sezione: Luca Bugada, Nicola Bugada, Estevan Civera, Andrea Franchini, Giancamillo Frosio Roncalli, Sergio Gelfi, Mirko Locatelli, Alex Piazzoni, Amos Rota e Romano Rota.
Un presidente cresciuto sul campo
Il nuovo presidente, 63 anni, non è una figura nuova all’interno del sodalizio. Dopo essere entrato nel direttivo nel biennio 2011-2013 e aver ricoperto il ruolo di vicepresidente tra il 2013 e il 2015, ha partecipato alla gestione del Rifugio Resegone, di cui è co-responsabile da oltre un decennio. Con riferimento alla sua elezione, ha dichiarato: “Non sono uno che si esalta, ma questa nomina rappresenta il naturale compimento di un percorso lungo e ricco. Sono felice, consapevole della responsabilità e pronto a dare il massimo per questa realtà a cui tengo molto”.
Formazione, giovani e nuove tecnologie al centro del triennio
Con i suoi 165 soci, il CAI Valle Imagna punta a coinvolgere sempre più giovani nel mondo della montagna. Tra le priorità, rilanciare l’alpinismo giovanile attraverso gite estive e collaborazioni con le scuole: “Stiamo rilanciando con convinzione l’alpinismo giovanile, anche in collaborazione con le scuole, e per l’estate abbiamo già programmato tre gite”, ha affermato il neo presidente. Si prevedono anche serate informative dedicate alla rete sentieristica e alla sicurezza. Inoltre, è in fase di sviluppo un’applicazione per segnalare criticità e problemi lungo i percorsi, utilizzabile da chiunque.
Tra gare, arrampicate e presenza sul territorio
Il CAI sarà protagonista anche nell’organizzazione di eventi come la Skyrace Creste del Resegone e il Trail Anello alla memoria di Sergio Manini, previsti per il 29 giugno con partenza e arrivo a Sant’Omobono Terme. I volontari dell’associazione saranno inoltre attivi nel campo scuola alpino di Corna Imagna, supportando le attività con una palestra di arrampicata fornita dalla sede CAI di Bergamo: “I ragazzi potranno cimentarsi nell’arrampicata, seguiti da tre istruttori qualificati. Un’occasione per avvicinarli alla montagna in modo dinamico e divertente”, ha sottolineato Frosio.
Rifugi, pareti e impegno locale
Tra i progetti in fase di valutazione, c’è anche l’idea di realizzare pareti per boulder nella vecchia scuola di Selino Alto, che potrebbe diventare un centro per l’arrampicata indoor in Valle Imagna. La partecipazione del CAI è prevista anche in numerose manifestazioni locali e sportivi, come una corsa a Selino Alto il 25 luglio, con uno stand informativo e attività di promozione del tesseramento.
Il cuore pulsante del CAI: il Rifugio Resegone
Il Rifugio Resegone, di proprietà dell’associazione, resta il punto nevralgico della vita del sodalizio. La gestione, affidata a sei gruppi di volontari, si alterna ogni fine settimana: “Finché c’è il sostegno dei volontari, possiamo portare avanti questa gestione, poi si vedrà. È un modello che funziona, ma che richiede energie e dedizione”, ha ricordato Frosio. Il rifugio non è solo accoglienza, ma anche educazione al rispetto della natura, alla cura dei sentieri e alla valorizzazione dell’ambiente montano: “Tutto deve essere fatto con piacere, non per imposizione. Solo così possiamo coltivare una vera cultura della montagna”.
Il Coro CAI: voce della tradizione
Fondato alla fine degli anni ’70, il Coro CAI Valle Imagna – Amici della Combricola, diretto dal maestro Filippo Manini, è parte integrante dell’identità dell’associazione. Composto da 33 membri, ha all’attivo quasi 200 concerti in Italia e all’estero, tra cui l’esibizione del 2022 alla Hofbräuhaus di Monaco. Il coro partecipa attivamente alla vita del rifugio, con un proprio gruppo di volontari, e continuerà a essere sostenuto e valorizzato dal direttivo: un segno tangibile del legame tra cultura, territorio e comunità.