Morti sul lavoro, Bergamo in “zona rossa”

la Lombardia è la regione dove nei primi quattro mesi dell’anno si sono registrati più incidenti mortali, ben 34. Sui 291 (di cui 211 in occasione di lavoro e gli altri in itinere) che si sono registrati in Italia in questo periodo.

Sono numeri drammatici quelli del report periodico dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre. Più della metà del Paese è in zona rossa e arancione.

“Rispetto al primo quadrimestre del 2024 le vittime sono aumentate dell’8,6%. Si contano già 291 decessi, 23 in più dello scorso anno. Sette regioni sono in zona rossa e altre sei in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale” commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega.

A finire in zona rossa ad aprile 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,8 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia e Campania. In zona arancione: Puglia, Toscana, Veneto, Molise, Piemonte e Calabria. In zona gialla: Liguria e Lombardia. In zona bianca: Marche, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Emilia-Romagna e Sardegna (In allegato e sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

Morti sul lavoro nel 2025

Sono 291 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 211 in occasione di lavoro (5 in più rispetto ad aprile 2024) e 80 in itinere (18 in più rispetto ad aprile 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (34). Seguono: Veneto (21), Campania (19), Piemonte e Sicilia (17), Toscana (16), Puglia (14), Lazio (13), Emilia-Romagna (10), Trentino-Alto Adige (9), Abruzzo (8), Umbria (7), Basilicata (6), Liguria e Calabria (5), Marche (4), Friuli-Venezia Giulia (3), Sardegna, Molise e Valle D’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

La situazione a Bergamo e Brescia

In zona “rossa” c’è anche la provincia di Bergamo, dove in quattro mesi si sono registrati 8 incidenti mortali rispetto a 497.302 lavoratori ufficiali. Un’incidenza (16,1) che risulta 23esima tra le province italiane. Nella provincia di Brescia l’incidenza è 7,2, con 4 vittime su 554.603 lavoratori. La provincia lombarda con l’incidenza più alta è quella di Cremona: 19,1, con 3 decessi su 157.155 lavoratori.

Infortuni per età

Anche nel primo quadrimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante soprattutto tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza; l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (19,2) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (14,8), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (9,6).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (79 su un totale di 211).

Donne  infortuni mortali

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 12, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 28 le donne decedute nel primo quadrimestre (circa 47,5% in più dello scorso anno).

Lavoratori stranieri​

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 39 su 211, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere due volte superiore rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 15,5 morti ogni milione di occupati, contro l’8,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Dei 39 stranieri deceduti in occasione di lavoro, 19 sono quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. In totale sono 58 vittime straniere su 291 (quasi il 20%).
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 38.143 su 192.253 (circa 1 su 5), mentre sono 32.514 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 164.050.

I settori più a rischio​

Alla fine di aprile 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 31 decessi in occasione di lavoro, seguito da Trasporti e Magazzinaggio (30) e Attività Manifatturiere (29).
Il venerdì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (21,3%).

Denunce di infortunio​

Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco rispetto ad aprile 2024 (-0,9%). Erano, infatti, 193.979 a fine aprile 2024 e nel 2025 sono passate a 192.253.
Anche alla fine del primo quadrimestre del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (20.975). Seguono: Sanità (11.019), Costruzioni (10.797), Trasporto e Magazzinaggio (9.774) e Commercio (9.675).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad aprile 2025 sono state 71.598 (57.431 delle quali in occasione di lavoro). Mentre sono 120.655 le denunce totali degli uomini (106.619 in occasione di lavoro).

 

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