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Riforma del Codice della Strada: tra innovazioni e controversie

Non sembra soddisfare le associazioni delle vittime della strada il nuovo Codice Salvini appena passato alla Camera: bene solo il casco per monopattini

polizia stradale

La riforma del Codice della Strada si avvicina all’approvazione definitiva, dopo il primo via libera dalla Camera dei Deputati, e ora attende il verdetto del Senato. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che enfatizza l’introduzione di “più controlli, più educazione stradale, più rigore”, la proposta legislativa non manca di suscitare dibattiti e perplessità, in particolare tra le associazioni dei familiari delle vittime della strada.

Nuove sanzioni in dettaglio

La riforma introduce sanzioni più severe per chi si rende colpevole di comportamenti a rischio alla guida, come l’utilizzo del cellulare o la guida in stato di ebbrezza:

  • Uso del cellulare alla guida: la multa varia da un minimo di 250 euro a un massimo di 1.000 euro. In caso di recidiva, la sanzione può arrivare fino a 1.400 euro, con la possibilità di una sospensione della patente fino a tre mesi. È prevista anche una mini-sospensione automatica della patente di 7-15 giorni per chi viene sorpreso con il telefono in mano.
  • Guida in stato di ebbrezza: se il tasso alcolemico è tra 0,5 e 0,8 grammi per litro, la multa sarà compresa tra 573 e 2.170 euro, con sospensione della patente da tre a sei mesi. Se il tasso alcolemico è tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, è previsto l’arresto fino a sei mesi e una multa da 800 a 3.200 euro, con sospensione della patente da sei mesi a un anno. Per tassi alcolemici superiori a 1,5 grammi per litro, l’arresto va dai sei mesi a un anno, con multe da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente da uno a due anni.
  • Sull’eccesso di velocità vengono riviste le multe, con inasprimenti se si compie la violazione in un centro abitato per due volte nel giro di un anno.

Cambiamenti per i neopatentati e limiti agli autovelox

La riforma modifica anche le regole per i neopatentati, estendendo il periodo di limitazioni da uno a tre anni, ma aumentando i limiti di potenza per le auto “tradizionali” a 75 kW/t (rispetto ai precedenti 55) e per le auto elettriche o ibride plug-in a 105 kW (prima 70). Viene inoltre introdotto un vincolo per i Comuni nell’installazione degli autovelox e un limite al totale delle multe per eccesso di velocità.

Le critiche

Nonostante alcune misure siano state accolte positivamente, come l’obbligo del casco per chi guida i monopattini, le associazioni dei familiari delle vittime della strada esprimono forte contrarietà verso l’impianto generale della riforma. Ivanni Carminati, presidente della sezione di Bergamo dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, critica l’assenza di vere misure per la protezione di pedoni e ciclisti, la mancata stretta sui limiti di velocità e la possibilità per i neopatentati di guidare auto più potenti. La percezione è che la riforma non punti su una logica di prevenzione, ma piuttosto rappresenti un passo indietro rispetto agli avanzamenti degli ultimi decenni nella sicurezza stradale.

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