Il processo contro Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di meno di 18 mesi, ha visto il pubblico ministero Francesco De Tommasi chiedere senza mezzi termini l’ergastolo per la donna. Il tragico episodio, avvenuto nel luglio 2022, ha scosso profondamente l’opinione pubblica.
Chiesto l’ergastolo per Alessia Pifferi
In Aula, durante il processo, Pifferi ha preso la parola per difendersi, narrando dettagli della sua vita e sottolineando di non considerarsi un’assassina né un mostro. Ha espresso il dolore per la perdita della figlia, negando di aver mai premeditato un gesto del genere. Tuttavia, il pm ha contestato questa versione, sostenendo che Pifferi non avesse intenzione di uccidere direttamente la figlia, ma agisse per “divertirsi e avere i suoi spazi in vacanza”. Secondo l’accusa, l’evento morte della bambina era certamente prevedibile, e Pifferi ne era consapevole.
La ricostruzione dell’accaduto rivela che la donna aveva lasciato la figlia sola in casa per diversi giorni, fornendole solo poche risorse alimentari. Questo, secondo il pm, dimostra la volontà criminosa di Pifferi, che avrebbe lasciato morire la figlia per raggiungere i suoi scopi personali. Il processo ha anche affrontato il tema della premeditazione, con l’accusa che sostiene come Pifferi abbia progressivamente aumentato il grado di abbandono della figlia fino all’evento fatale. Nonostante le difese presentate dall’avvocato di Pifferi, la Corte ha respinto l’integrazione della perizia psichiatrica, confermando l’assenza di vizi di mente nella donna. Il processo continuerà il 13 maggio, mentre l’accusa chiede giustizia per Diana e punizioni severe per l’imputata.