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Innovazione e inclusione nella boxe: San Pellegrino Terme e il libro rivoluzionario

La pratica pugilistica e le disabilità: due mondi che a dispetto di apparenze e pregiudizi si possono incontrare, come anticipato a San Pellegrino

Sabato 23 marzo, San Pellegrino Terme è stata la cornice di un evento significativo nel panorama della medicina sportiva: la presentazione di “Pugilato e disabilità, linee guida e metodologia”, un libro pionieristico dedicato allo sport per disabili, con un focus specifico sulla boxe. Quest’opera è il risultato di anni di lavoro da parte della Commissione medico-scientifica Studi e Ricerche della Federazione pugilistica italiana del CONI, che si era già riunita per la prima volta nel giugno del 2021 a San Pellegrino.

La Commissione: disabilità e boxe possono convivere

Mario Ireneo Sturla, presidente della Commissione, ha sottolineato l’importanza del libro: “La disabilità nell’ambito della boxe era un tema mai affrontato prima d’ora. Ora, grazie a questo libro, sarà possibile migliorare il reinserimento nella società di queste persone, anche attraverso appunto il pugilato”. Lucio Ricciardi, fisiologo di fama internazionale, ha aggiunto: “Questa commissione ha un valore importante, con medici di provenienza differente che permette una grande libertà di pensiero. I risultati si stanno già vedendo con questo importantissimo libro”.

Il parere del neurologo

Giampietro Salvi, neurologo dell’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino e membro della Commissione, ha rivelato: “È la terza volta che ci troviamo e dopo tre anni di lavoro siamo riusciti a presentare il libro sulla disabilità nello sport. Il primo e unico testo al mondo che permetterà di classificare le persone affette da disabilità al fine di indirizzarle allo sport a loro più idoneo. Per quanto riguarda la boxe sarà senza contatto e per le persone disabili sarà molto utile come terapia motoria e cognitiva per il reinserimento sociale”.

Boxe e Parkinsoniani

La presentazione ha anche offerto l’opportunità di riflettere sull’importanza dello sport come mezzo di integrazione sociale per le persone con disabilità. Marco Guido Salvi, Vicepresidente Nazionale dell’Associazione Italiana Parkinsoniani e Coordinatore della sezione di Bergamo, ha condiviso la sua esperienza portando il suo libro ‘Non Chiamatemi Morbo’, evidenziando come lo sport possa essere uno stimolo per la convivenza con malattie come il Parkinson.

Italo Guido Riccagni, medico sportivo FPI, ha ricordato le origini dello sport paralimpico e il suo sviluppo: “Lo sport per disabili è nato a Roma con le prime Paralimpiadi, dove l’Italia conquistò 80 medaglie. Ora siamo arrivati ad oltre 4.000 atleti e 163 nazioni, con una maggior attenzione mediatica. E in aumento ci sono anche le discipline, come il rugby in carrozzina e ora questo libro per la boxe”.

Infine, Antonio Bonetti e Francesco Rondoni (che dirige il Centro Nazionale Pugilato ad Assisi) hanno sottolineato rispettivamente l’importanza dell’alimentazione nello sport e la crescita del movimento pugilistico italiano, con un accento particolare sul pugilato femminile.

Questo incontro a San Pellegrino Terme ha segnato un passo avanti significativo nel riconoscimento e nell’integrazione dello sport per disabili, con la speranza che in futuro la boxe possa diventare parte delle Paralimpiadi.

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